Scrivendo il mio primo articolo per il CICAP Veneto, sono incappato in una pubblicazione che mi ha incuriosito. E mi sono detto, perché non approfondire insieme ad un esperto? Per questo ho pensato di contattare il Dr. Giachino chiedendogli un commento. Di seguito l’intervista:
T.B. Buongiorno Dr. Giachino, posso chiederle di presentarsi ai nostri lettori?
F.G. Salve a tutti, il mio nome è Fulvio Giachino, sono laureato in Scienze Forestali e Ambientali, e sono un entomologo, ovvero studio insetti. Da alcuni anni lavoro presso il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, dove mi occupo della cura, della preservazione e dello studio delle collezioni entomologiche lì presenti, importantissime sia dal punto di vista scientifico che storico. L’entomologia per me è sì un lavoro, ma soprattutto una passione che mi porto dietro fin da bambino.
T.B. Nel mio articolo, riporto un riferimento alla correlazione tra la luce della Luna e l’attività degli insetti. È vera questa correlazione? In che modi si esprime?
F.G. Partiamo dall’inizio: esistono forti legami tra i cicli lunari e gli insetti, e molte specie assumono comportamenti diversi a seconda delle fasi lunari. Questo è stato osservato, ad esempio, in alcune specie di Ceratopogonidae (piccole “mosche” imparentate con le zanzare, le cui femmine spesso sono ematofaghe nel momento in cui iniziano a produrre uova). Campionamenti effettuati attraverso diverse tipologie di trappole, hanno mostrato come il maggior o minore numero di esemplari catturati fosse correlato direttamente con determinate fasi lunari, quali ad esempio il primo quarto o la luna piena [1]. Fenomeni analoghi sono stati anche osservati, ad esempio, su una specie di cimice, Scotinophara coarctata, infestante delle coltivazioni di riso. In questo caso la maggior parte degli esemplari è stata catturata durante la luna piena, mentre in fase di luna nuova il numero era estremamente inferiore, al netto della normale variabilità legata alla stagione e alle condizioni ambientali che questo insetto mostra [2]. Questi sono solo due esempi tra gli insetti che sappiamo avere cicli vitali o comportamentali legati alle fasi lunari. Ma quali possono essere i motivi dietro questa sincronizzazione? Quali possono essere i vantaggi dietro ad adattamenti evolutivi di questo tipo? Secondo alcuni ricercatori [3], l’aver cicli vitali in sincrono con le fasi lunari promuove la sincronizzazione degli sfarfallamenti e dei voli per l’accoppiamento e quindi la riproduzione, in quanto la luce lunare può essere utilizzata per la visione dell’ambiente, per l’orientamento e la “navigazione” a corto raggio. Di conseguenza, insetti che hanno picchi di volo, accoppiamento o passaggio alla fase adulta durante la luna piena possono sfruttare questi vantaggi, mentre quelli che hanno picchi durante le fasi meno luminose, probabilmente hanno sviluppato questo adattamento per sfuggire ai predatori (anch’essi facilitati spesso dalla luce lunare).
Questo è il caso dei cicli vitali e delle pullulazioni di alcuni insetti, ma esistono legami ancora più complessi ed affascinanti tra il nostro satellite e questi piccoli animali che ci circondano. Molte specie di insetti migratori, quali ad esempio la farfalla notturna Noctua pronuba, utilizzano la Luna come punto di riferimento e la usano per orientarsi e potersi muovere nella direzione utile per i loro spostamenti a medio e lungo raggio. Se la Luna è coperta, perdono l’orientamento e non sono in grado di seguire nessuna direzione particolare [4]. Esistono però insetti che hanno ovviato a questo problema evolvendosi per potersi orientare utilizzando la luce polarizzata riflessa dalla Luna. La luce polarizzata ha la particolarità di giungere, per quanto in maniera estremamente flebile, anche se il satellite è oscurato da nubi. Il primo animale in cui questo meccanismo è stato scoperto è uno scarabeo stercorario, lo Scarabaeus zambesianus [5]. Questo insetto presenta nella zona più dorsale degli occhi dei recettori sensibili a quel tipo di radiazione luminosa, e che gli permettono di allontanarsi seguendo una retta dal cumulo di escrementi da cui ha appena attinto per formare le caratteristiche palle di sterco che utilizzerà come nutrimento per la sua prole. La linea retta è il percorso più rapido per allontanarsi, ed è verosimilmente un adattamento evolutivo volto ad avere meno concorrenza per la risorsa e diminuire la competizione diretta con altri esemplari della sua specie, oltre che evitare predatori.
T.B. Possono esserci collegamenti con il mondo vegetale?
F.G. Abbiamo visto, attraverso alcuni rapidi esempi, come esistano effettivamente correlazioni tra insetti e Luna, e con la radiazione luminosa proveniente da essa. Ma come si ricollega tutto ciò al mondo vegetale? Per spiegarlo, occorre prima fare una rapida divagazione in campo botanico. Il maggior pericolo per le piante, al di là di funghi e batteri patogeni, sono spesso gli insetti fitofagi, cioè quelli che si nutrono di parti della pianta quali foglie, fiori e frutti, ma anche della loro linfa. Molte piante, per far fronte a questi attacchi, mettono in campo difese chimiche, ad esempio emettendo sostanze attrattive per i predatori e i parassiti degli erbivori, ma anche producendo sostanze che rendono meno “appetibile” la parte attaccata. Un interessante in articolo [6] citato come spunto in “Seminare con la Luna?”, mette in correlazione i cicli lunari con questo tipo di difese. È stato osservato nella Luquillo Experimental Forest (Puerto Rico), come alcune specie di palma presentino foglie più resistenti alla decomposizione se queste fronde vengono raccolte durante la luna piena. L’analisi chimica delle stesse ha effettivamente dimostrato una diversa composizione delle cellulose e di altri composti nelle foglie durante i giorni a cavallo della luna piena. Un’ipotesi assolutamente credibile è che queste sostanze servano come difesa verso alcuni erbivori che durante la luna piena presentano una maggiore attività. Si tratterebbe, in questo caso, di una correlazione indiretta tra crescita (o meglio, chimica secondaria) delle piante e fasi lunari, mediata da un altro essere vivente (o anche più di uno). Proprio in queste correlazioni e influenze reciproche tra esseri viventi e ambiente io vedo la bellezza della natura e dell’evoluzione, dove diventa impossibile separare una singola specie dalle altre, e dobbiamo sempre considerarle come “fili” di un complessissimo sistema di trama e ordito che ci circonda. Un arazzo di cui spesso non ci rendiamo conto, o di cui vediamo solo la figura finita, senza che la complessità “intrecciata” nei suoi dettagli si riveli ai nostri occhi, se non a seguito di lunghe e complesse ricerche.
[1] D. S, Kettle et al., 1998, “Factors affecting numbers of Culicoides in truck traps in coastal Queensland”
[2] Kiyomitsu Ito, Hachiro Sugiyama, 1993, “Effects of lunar phase on light trap catches of the Malayan black rice bug, Scotinophara coarctata (Heteroptera: Pentatomidae)”
[3] W. Danthanarayana, 1986 “Lunar Periodicity of Insect Flight and Migration”, in “Insect flight, Dispersal and migration” pg. 88-119, 1986, edited by W. Danthanarayana
[4] S. Sotthibandhu, R. R. Baker, 1979, “Celestial orientation by the large yellow underwing moth, Noctua pronuba L.”
[5] M. Dacke et al., 2003, “Insect orientation to polarized moonlight”, in Nature vol. 424, 3 July 2003
[6] K. A. Vogt, et al., 2002, “Knowledge Informing Management of Tropical Forests: The Link between Rhythms in Plant Secondary Chemistry and Lunar Cycles”