Di Stefano Giolo

Sempre più spesso negli ultimi anni ci troviamo ad avere a che fare con il concetto di Fake News. Se un tempo erano prevalentemente scherzi o errori, e le chiamavamo bufale, si sono poi evolute e raffinate fino a diventare talvolta uno strumento per guadagnare soldi, accumulare consensi e perfino deviare l’opinione pubblica.
Il termine è diventato di moda tanto che in ambito politico si è cominciato a tacciare come Fake News qualunque dichiarazione venga fatta dall’avversario, senza distinguere tra notizie false, che sarebbe il vero significato di Fake News, dichiarazioni fallaci o qualsiasi cosa atta a discreditare l’avversario.
Forse è il caso di tornare un po’ indietro e fare una classificazione più precisa. Ci sarà utile per comprendere come riconoscere e quanto dare importanza all’una o all’altra falsa informazione.

Tipologia di Fake News

Bufale

È corretto parlare di bufale quando l’informazione o la notizia fa scalpore per un breve tempo e poi tende a scomparire. Si tratta di casi come i famosi messaggi che avvisano che WhatsApp o Facebook diventeranno a pagamento se non si inviano un tot di messaggi agli amici o la  finta morte di qualche personaggio famoso, o il caso dei Bonsai Kitten dove un sito fingeva di vendere un kit per far crescere gatti in bottiglia in modo che prendessero la forma della bottiglia stessa.

Leggende metropolitane

Le Leggende Metropolitane sono quelle che tendono a ripetersi nel tempo in maniera continua; gli esempi classici sono la leggenda del Triangolo delle Bermude, L’incidente di Roswell con annessa autopsia dell’alieno, le scie chimiche, il complotto dell’11 settembre. Molto spesso sono il genere di notizia cavalcata dai libri e dai programmi televisivi sui cosiddetti mysteri e da semplici ciarlatani professionisti allo scopo di aumentare l’audience e i guadagni economici correlati.
Rientrano in questa categoria anche le leggende metropolitane di nonna, come il fatto che l’infuenza si possa curare con latte e grappa, che l’otite passi con una goccia di latte materno nell’orecchio, o similari.

Fake News

Le “vere” Fake News sono le false notizie che si basano su fatti di attualità modificando la realtà o inventando realtà alternative. Esistono motivi diversi per cui vengono create le Fake News e spesso nell’ultimo periodo vengono generate in maniera industrializzata anche per spostare l’opinione pubblica inventando fatti di cronaca o travisando dati. In questo caso le Fake News diventano particolarmente subdole e pericolose e sarebbe più corretto chiamarle disinformazione.

Disinformazione

Si parla di Disinformazione quando la notizia falsa viene usata deliberatamente per far credere di informare su un dato argomento, ma in realtà si sta tentando di convincere di qualcosa di falso, o di pilotare un’opinione. Sono il tipo di Fake News più pericoloso e difficile da eradicare, in quanto la maggior parte delle volte fanno leva su pregiudizi e su bias cognitivi (https://www.efficacemente.com/mente/bias-cognitivi/).

Perché esistono?

Ci sono svariati motivi per cui vengono create e anche questo è utile a riconoscerle. I più importanti sono i seguenti:

Scherzo

Capita abbastanza spesso che per una goliardia non molto ragionata venga messa in giro una bufala. È probabilmente il caso di chi manda per primo i messaggi sul fatto che un social network stia per diventare a pagamento, o l’ormai mortalmente ripetitivo

Ho ordinato i miei post bloccati. Volevo sapere … dove erano stati tutti, perché è ridicolo avere quasi 700 amici e solo 25 sono “scelti” da Facebook per vedere le mie pubblicazioni. Ho ignorato questa pubblicazione prima, perché non pensavo che avrebbe funzionato, ma secondo un amico che ha fatto questa procedura, funziona! Vedo pubblicazioni di persone che non vedo da anni. Questo è il modo per aggirare il sistema che Facebook usa per limitare le pubblicazioni nella sezione notizie (il loro algoritmo sceglie le stesse poche persone – circa 25 – che leggeranno le loro pubblicazioni). Se vuoi correggere questo, tieni premuto il dito ovunque in questa pubblicazione, fai clic su “copia”, quindi vai alla tua pagina, metti il dito dove dice “cosa sto pensando?” da lì si aprirà una pagina vuota, posizionare il dito ovunque e fare clic su “incolla” e questo testo verrà visualizzato sul muro. Fai la pubblicazione. Questo “aggiusterà” il sistema.

Classica bufala su Facebook.
Lo scopo di questo genere di bufala è probabilmente quello di divertirsi sull’ingenuità delle persone e vedere quante persone “ci cascano”. Fino a qualche tempo fa erano le bufale più diffuse, e nella gran parte dei casi sono innocue, ma condividerle equivale a dimostrare di essere caduti nell’ingenuità.
In questi casi bisogna sempre farsi la domanda: “è possibile?”

  • “È possibile che Facebook abbia un baco del genere, se ne siano accorti degli utenti comuni e non venga risolto?”
  • “È possibile un social network decida di diventare a pagamento rischiando di perdere milioni di clienti?”
  • “È possibile che se mando n messaggi ai miei amici l’azienda che mi vuole regalare qualcosa sia in grado di saperlo?”

A volte solo facendosi questo genere di domande possiamo evitare di fare la figura degli ingenui con le persone con cui condivideremmo tale bufala.
Non tutte le bufale da goliardia si limitano però a questo. Nel caso, ad esempio, di Blue Whale (https://www.wired.it/play/cultura/2017/09/29/fine-blue-whale/), una Fake News costruita dai giornalisti su una Bufala ne ha potenziato la diffusione, accreditandola come notizia reale. Altrettanto pericolosa, ad esempio, un’immagine che suggeriva di aggiungere un goccio di acqua durante la frittura per rendere più croccanti le patatine: se qualcuno malauguratamente finisse per crederci potrebbe bruciarsi la faccia o l’intera cucina a causa dell’effetto boilover.

Errore o malainformazione
Purtroppo anche i professionisti sbagliano. Capita che una Fake News sia semplicemente una News Sbagliata in cui un giornalista, un politico, un amico, hanno preso un granchio e ci hanno raccontato qualcosa per errore. Non è raro leggere di notizie in cui si parla di un aereo che va più veloce della luce o in cui si confonda il GPL con il Metano. In generale, se si è esperti di un settore di nicchia è probabile leggere strafalcioni su quel settore. Non è colpa di nessuno, se non di cattivo giornalismo o di editor poco capaci. Sono le Fake News più difficili da scoprire perché si confondono perfettamente con le notizie vere sulle testate che leggiamo tutti i giorni e si può dire che nessuno possa esserne del tutto immune. Certo, ci sono giornali che ammettono l’errore e giornali che fingono di non averlo fatto e modificano in maniera silienziosa gli articoli online o li fanno sparire. Sui cartacei ovviamente le cose restano, e in un prossimo articolo vedremo che possono rimanere anche online.

Clickbait
Il Clickbait è una delle maggiori cause di Fake News di oggi, almeno per quanto riguarda i titoli. Ultimamente i giornali tendono a usare titoli altisonanti come “Forte scossa di magnitudo 5 al confine” e solo una volta cliccato si scopre che parlava del Bangladesh; i giornali più sessisti usano titoli che fanno presa con la possibilità di vedere donne famose in abbigliamento discinto,

ma è ovvio che cliccando non vedremo quanto promesso, o almeno non fino a quel punto; altri fanno presa sulla tenerezza o sul altri sentimenti in generale allo scopo di creare aspettativa e spingerci a cliccare o a condividere.

Lo scopo è sempre lo stesso, che il titolo sia vero o no, che il contenuto sia vero o no, che a farlo sia una testata giornalistica o una pagina facebook: attirare click.
Spingerci, insomma,  a cliccare e visualizzare la notizia e la conseguente pubblicità oppure a condividere sul nostro profilo un’immagine che porta ad una pagina o ad un altro profilo che ha bisogno di pubblicità.
E se nel frattempo vi è venuta voglia di scoprire il soprannome del Principe George, è Archie.
In realtà sono poi abbastanza semplici da riconoscere. Titoli che fanno venire dubbi, immagini che ci emozionano. Quindi è bene ricordare che, se una testata giornalistica ha bisogno di attirarci in quel modo, forse è perché la sua parte migliore non sono i contenuti.

Convincere ad acquistare un prodotto
Un altro scopo tipico per cui vengono create le Fake News è vendere un prodotto altrimenti poco vendibile. Alcuni casi abbastanza noti sono quelli dei braccialetti Power Balance che grazie ad un adesivo aumenterebbero l’equilibrio e la forma fisica degli atleti o la BioWashball, una palla di plastica che avrebbe incredibili proprietà di lavaggio senza detersivo. Entrambi i prodotti, seppure sbufalati ormai da tempo, sono ancora in commercio.
Capita spesso anche per quanto riguarda le diete o i prodotti da estetista, che vengono presentati con foto di prima e dopo che più di qualche volta risultano essere ottenute con filtri fotografici diversi o posizioni del corpo diverse.
ClioMakeUp ha fatto a tal proposito un interessante articolo a questo indirizzo: https://blog.cliomakeup.com/2017/03/perdere-10-kg-pose-corpo-selfie/
Queste bufale possono avere effetti anche piuttosto pericolosi in quanto possono spingere delle persone a fare diete dannose per la salute o a usare prodotti dannosi. Vale soprattutto per integratori, prodotti medici non indispensabili o l’omeopatia. Possono creare danni diretti (non l’omeopatia) o dare l’illusione di curarsi prendendo sotto gamba le cure reali.
In generale, quando un prodotto ha incredibili benefici, quando è privo di controindicazioni, quando è clinicamente testato ma non ci dicono da chi o come, quando lo dice la scienza ma non ci dicono dove lo dice, quando il 100% delle persone intervistate lo ha apprezzato, forse vogliono convincerci di qualcosa che alla prova dei fatti reali non è così buono. Altrimenti perché non lo userebbero e consiglierebbero tutti?
Peggio ancora se a questa domanda vi rispondono con i complotti, ovviamente.

Modifica dei consensi
Negli ultimi tempi, purtroppo, sono nate vere e proprie fabbriche di fake news con lo scopo di modificare i consensi. Vi sono partiti che alimentano paure per proporne la soluzione, o che modificano i dati dei risultati propri o dei partiti opposti. Negli Stati Uniti il presidente Trump è arrivato a negare il riscaldamento globale per giustificare le proprie politiche economiche.
Altre Fake News usate per la modifica dei consensi arrivano a pubblicare foto di falsi parenti con false attribuzioni di favori o altro. A volte perfino usando foto di personaggi famosi.
Ad alcuni fa ridere l’idea che queste cose cambino l’opinione pubblica ma è ormai certo che per quanto riguarda la Brexit e le elezioni di Trump ci sia stato lo zampino di Cambridge Analytica, una società che si occupava di profilare gli utenti Facebook allo scopo di mandare pubblicità mirata. Le indagini hanno dimostrato che gli utenti classificati come votanti indecisi ricevevano fake news che avvaloravano la posizione pro-Brexit o pro-Trump. Quanto questo abbia poi influito non è dimostrato né è dimostrabile, ma il fatto che lo strumento sia stato usato è ormai innegabile. Ne ha parlato la giornalista Carole Cadwalladr  in un famoso discorso al TedX: https://tinyurl.com/ycqvjlns
Il denominatore comune è quasi sempre lo stesso: spaventare, far indignare, ingigantire un problema per distogliere l’attenzione da altri ed anche qui l’unica protezione è fermarsi e riflettere. Mi stanno dicendo la verità o vogliono impedirmi di prendermi il tempo e ragionare davvero sulle cose? Ancora di più se ci sono frasi come “Vogliono censurarci”, o “Condividete prima che lo tolgano”. Se fossero cose così segrete, pericolose o da far sparire pensate davvero che rimarrebbero pubblicate abbastanza a lungo da essere condivise così tanto? Meglio diffidare di troppi punti esclamativi, troppi puntini di sospensione, troppo qualunque cosa.

 

Per maggiori informazioni ho affrontato il tema in maniera più approfondita sul mio blog: https://www.stefanogiolo.it/fakenews