Il CICAP Veneto ha recentemente acquisito un nuovo garante scientifico dopo la scomparsa di Danilo Mainardi: Telmo Pievani.
Uomo di scienza, tra i tanti ruoli che ricopre vi è quello di divulgatore. Questo parallelismo con l’obiettivo del CICAP e la cattedra presso l’Università di Padova lo rendono perfetto per il ruolo di garanzia del Gruppo Veneto.
Chi è Telmo Pievani?
Classe 1970, Telmo Pievani è attualmente Ordinario presso il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Padova, dove ricopre la prima cattedra italiana di Filosofia delle Scienze Biologiche. Presso lo stesso Dipartimento è anche titolare degli insegnamenti di Bioetica e di Divulgazione naturalistica. Dal 2016 è Delegato del Rettore per la Comunicazione Istituzionale dell’Università degli Studi di Padova. Dal 2017 è Presidente della Società Italiana di Biologia Evoluzionistica. È Socio effettivo dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti, per la classe di Scienze, Socio corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Torino per la classe di Scienze, Socio non residente dell’Accademia Olimpica di Vicenza, per la classe di Scienza e Tecnica. Dal 2001 al 2012 è stato in servizio presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca.
È autore di numerose pubblicazioni nazionali e internazionali nel campo della filosofia della scienza (elenco completo delle 226 pubblicazioni su banca dati Cineca) fra le quali: Homo sapiens e altre catastrofi (Meltemi, 2002); Introduzione alla filosofia della biologia (Laterza, 2005; edizione portoghese 2010); La teoria dell’evoluzione (Il Mulino, 2006 e 2010); Creazione senza Dio (Einaudi, 2006, finalista Premio Galileo e Premio Fermi; edizione spagnola 2009); In difesa di Darwin (Bompiani, 2007); Nati per credere (Codice Edizioni, 2008, con V. Girotto e G. Vallortigara); La vita inaspettata (Raffaello Cortina Editore, 2011; finalista Premio Galileo; Premio Serono Menzione Speciale 2012); Homo sapiens. La grande storia della diversità umana (Codice Edizioni, 2011, con L.L. Cavalli Sforza); Introduzione a Darwin (Laterza, 2012); La fine del mondo. Guida per apocalittici perplessi (Il Mulino, 2012); Homo sapiens. Il cammino dell’umanità (Atlante dell’Istituto Geografico De Agostini, 2012); Anatomia di una rivoluzione. La logica della scoperta scientifica di Darwin (Mimesis, 2013); Evoluti e abbandonati (Einaudi, 2014); Il maschio è inutile (Rizzoli, 2014, con F. Taddia); Leggere l’Origine delle specie di Darwin (Ibis, 2015); Libertà di migrare (Einaudi, 2016, con V. Calzolaio); Come saremo. Storie di umanità tecnologicamente modificata (Codice Edizioni, 2016, con L. De Biase). Alcuni di questi volumi sono tradotti o in corso di traduzione in lingue straniere, fra le quali inglese, francese, spagnolo, portoghese, tedesco, cinese, coreano.
Fa parte del Comitato Etico e del Comitato Scientifico della Fondazione Umberto Veronesi per il progresso delle scienze. Membro del Direttivo dell’Istituto Italiano di Antropologia, fa parte dell’Editorial Board di riviste scientifiche internazionali come Evolutionary Biology e Evolution: Education and Outreach. Dal 2014 fa parte dell’Editorial Board dei Rendiconti Lincei per le Scienze Fisiche e Naturali. E’ direttore di Pikaia, il portale italiano dell’evoluzione, e ideatore de La Mela di Newton, magazine scientifico online di Micromega. Dal 2003 al 2011 è stato segretario del Consiglio Scientifico del Festival della Scienza di Genova. Dal 2013 fa parte del Comitato Scientifico di BergamoScienza. Dal 2014 è nel Consiglio Scientifico Internazionale del MUSE, il Museo delle Scienze di Trento.
Insieme a Niles Eldredge, è stato direttore scientifico del progetto enciclopedico Ecosphera – Il futuro del pianeta di UTET Grandi Opere (2008-2010). Insieme a Niles Eldredge e Ian Tattersall ha curato l’edizione italiana della mostra internazionale Darwin.1809-2009 (Roma-Milano-Bari 2009-2010). Insieme a Luigi Luca Cavalli Sforza è stato curatore del progetto espositivo internazionale Homo sapiens: la grande storia della diversità umana (Roma, Palazzo delle Esposizioni, 2011-2012; Trento, 2012-2013; Novara, 2013). Nel 2014 ha curato l’allestimento scientifico permanente (Le piante e l’uomo) del Giardino della Biodiversità nell’Orto Botanico di Padova. Nel 2017 è stato co-curatore della mostra internazionale DNA. Il grande libro della vita da Mendel alla genomica (Roma, Palazzo delle Esposizioni, febbraio-giugno 2017). Insieme alla Banda Osiris e a Federico Taddia è autore di progetti teatrali e musicali a tema scientifico, come Finalmente il Finimondo! (2012) e Il maschio inutile (2015).
Collabora con Il Corriere della Sera e con le riviste Le Scienze, Micromega e L’Indice dei Libri.
Quale ruolo il Professor Pievani attribuisce al CICAP?
Professor Pievani, perché la divulgazione è così importante oggi?
T.P. L’Italia è un Paese bifronte. Da un lato, una parte attiva della società è fortemente interessata alla scienza, affolla i festival e le mostre scientifiche, chiedendo di conoscere gli sviluppi della ricerca scientifica e tecnologica. Dall’altro, si percepisce nel pubblico generale, e soprattutto nelle classi dirigenti che esprime, una carenza di cultura scientifica. Vi è quindi sempre più bisogno di una divulgazione scientifica di qualità, ma capace di raggiungere la platea più ampia possibile. Una divulgazione rigorosa ma anche inclusiva e interattiva, che mescoli i linguaggi più diversi nel segno di ciò che più contraddistingue la scienza: la curiosità, il dubbio, la libera ricerca.
Qual è il ruolo del CICAP nella divulgazione?
T.P. Credo che il CICAP abbia sagacemente anticipato i tempi, visto che siamo adesso immersi nell’epoca delle fake news, delle campagne elettorali completamente aliene da qualsiasi aderenza ai dati scientifici, del dibattito pubblico inquinato da falsità e bufale di ogni sorta. La pseudoscienza ha trovato nell’era digitale una nicchia ecologica assai favorevole, purtroppo, dimostrando tutta la sua adattabilità e il suo radicamento profondo nella mente umana. Ci sarà quindi molto da lavorare ancora per il CICAP, il che un po’ ci rattrista per l’arretratezza del contesto ma al contempo ci motiva perché è pur vero che cresce il numero delle persone che in Italia si interessano di scienza, l’editoria scientifica per bambini è in crescita, i visitatori di musei scientifici e di progetti divulgativi aumentano, e la scienza italiana, nonostante il cronico e vergognoso sotto-finanziamento, continua a mietere successi internazionali. La filosofia della divulgazione si è evoluta rispetto ai modelli del passato e il CICAP la rappresenta al meglio. Un giorno se ne accorgeranno anche i politici. Prevedo tempi interessanti per il CICAP!