Leggiamo sui giornali di questi giorni notizie di morti per cancro. Queste notizie hanno assunto un rilievo di carattere nazionale per il fatto che si è trattato di morti evitabili, se fossero state seguite le terapie mediche consigliate dai sanitari, terapie che invece sono state rifiutate per fare ricorso a metodi alternativi.
La prima notizia fa riferimento a una ragazza di 18 anni morta di leucemia acuta. La seconda a una madre di famiglia di 34 anni morta per cancro al seno. Che cosa accomuna queste due morti?
Il fatto che entrambe le donne seguissero la cosiddetta Nuova Medicina Germanica (Nmg) di Ryke Geerd Hamer, un ex medico tedesco radiato dall’Ordine nel 1986 a causa dei tanti morti che ha lasciato dietro di sé. Accusato di cattiva pratica medica ed omicidio (su di lui pesano almeno 140 morti in tutta Europa) attualmente è latitante perché imputato anche di istigamento all’odio razziale. Queste e altre notizie si ritrovano in un sito che ha raccolto un corposo dossier su di lui.
Il padre della 18enne è stato un seguace di Hamer. Fino a due anni fa gestiva un blog, oggi inattivo, in cui affermava fra l’altro:
“Le notizie dei terremoti indotti in ogni luogo d’Italia, le irrorazioni chimiche composte di nanoparticelle di metalli pesanti e polimeri effettuate da centinaia di bombardieri che operano ogni giorno sopra le nostre teste, i vaccini invalidanti e mortiferi, la chemio con le controindicazioni mortali stampate sul bugiardino data ai pazienti sotto tortura negli ospedali, la farsa della stampa criminale proveniente tutta da una sola fonte mondiale, mi hanno spronato a cercare giustizia ed a combattere.”
Insomma, un complottista a tutto campo che dai terremoti indotti alle scie chimiche, dai danni da vaccini a quelli da chemioterapia spaziava nei più vari campi delle pseudoscienze.
Qui oggi parliamo delle falsità mediche diffuse dai propagandisti di bufale e dei danni che possono venire arrecati dalle bugie da essi raccontate.
La totale inattendibilità scientifica della Nmg è da tempo appurata tanto che viene sostanzialmente ignorata dalla medicina scientifica basata sulle prove (EBM – Evidence Based Medicine) sia a causa dei molteplici errori che contiene al suo interno sia perché la sua applicazione non corrisponde alla buona pratica clinica dei giorni nostri.
Secondo Hamer «non esistono le “cosiddette” malattie. Esse sono solamente programmi biologici sensati della natura (SBS). E questi non si devono sottoporre a terapia, ma bisogna lasciarli andare perché hanno un senso biologico». Come ricorda Salvo Di Grazia nel suo bel libro “Salute e Bugie” “la teoria di Hamer è un misto di farneticazione, razzismo e invenzioni, quasi sempre disarmante. La leucemia sarebbe causata da un maestro cattivo, … una donna con un cancro al seno deve trovare immediatamente qualcuno da stringere al petto … il diabete nelle donne mancine sarebbe in verità un conflitto sessuale dovuto al disgusto dell’organo sessuale maschile o provocato dalle rane”.
Ma, chissà come mai, Hamer stesso sembra essere il primo a non credere alle proprie teorie, visto che ha deciso di curare il cancro che gli venne diagnosticato nel 1979 usando la tecniche mediche consolidate all’ospedale di Tübingen. E questo perché non esiste UN SOLO CASO di dimostrazione indubbia di guarigione dovuta alle sue teorie.
Questo della Nmg è uno degli esempi di terapie mediche inefficaci che da tempo vengono propagandate in Italia e all’estero. Ricordiamo le cure con cartilagine di squalo, quelle con veleno di scorpione, le cure anticancro vegetali, il Laetrile® e complessi vitaminici vari. E poi non dimentichiamo il siero Bonifacio, la bufala di Tullio Simoncini, l’inutile terapia Di Bella fino al più recente caso di Stamina. Che cosa accomuna tutte queste proposte terapeutiche? Fondamentalmente una cosa: l’inefficacia. Questi metodi hanno dimostrato di non funzionare.
Quali sono gli argomenti più gettonati dai sostenitori delle medicine alternative (anche per cercare di mascherarne l’inefficacia)?
Uno è il tema economico, cioè gli “interessi di Big Pharma” che influenzerebbero tutte le scelte della “medicina ufficiale”. Ma questo è un argomento facilmente eliminabile dalla discussione, visto che tutti i sostenitori dei metodi alternativi si dimostrano interessati al denaro non meno di Big Pharma.
Un altro motivo addotto per propagandare metodi di cura alternativi secondo molti è dato dalla tossicità della chemioterapia, spesso accompagnato dalla considerazione che la chemioterapia non guarisce più del 50% dei pazienti che vi si sottopongono. Ed è vero che ci sono purtroppo ancora molte forme tumorali poco rispondenti alla chemioterapia e in cui si hanno pochi casi di successo (ma non dimentichiamo che senza terapia la probabilità di morte è del 100%).
Però i due casi qui presi ad esempio fanno riferimento a due forme di patologia (la leucemia linfoblastica acuta giovanile e una certa forma di neoplasia della mammella) che hanno delle possibilità di successo e di guarigione ben più elevate: circa l’85% per la leucemia e circa il 95% per la mammella. Stiamo quindi parlando neoplasie curabili e fondamentalmente guaribili. Malgrado ciò le due donne coinvolte nella vicenda hanno rifiutato le cure proposte e sono morte.
Perché ne parliamo? Non esiste forse l’articolo 32 della Costituzione che afferma: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.”? Queste donne non hanno forse esercitato il loro diritto a una libera scelta? E’ quanto sostengono molti commentatori negli spazi pubblici di discussione. Ma siamo certi che le cose stiano proprio così e che queste persone abbiano fatto realmente una libera scelta?
L’applicazione del diritto alla scelta del trattamento sancita dalla Costituzione, nella pratica medica quotidiana si applica attraverso lo strumento del Consenso informato. Si tratta praticamente dell’autorizzazione che il malato dà al medico di essere trattato in un certo modo dopo avere ricevuto le informazioni che gli permettano di scegliere. Il fulcro della questione sta tutto qui: nell’informazione. Una scelta del genere infatti può essere considerata libera solo se l’informazione fornita è corretta e veritiera. E’ ovvio che se qualcuno riceve un’informazione falsa o distorta, la scelta che ne deriva non si può più considerare libera.
Esistono infatti persone che rifiutano trattamenti (chirurgici, chemioterapia o altro) in base alle loro convinzioni e alla loro libertà di scelta, ma queste storie raramente finiscono sui giornali in quanto si tratta di una reale libera scelta dell’individuo. Le persone invece che rifiutano le terapie note e consolidate per affidarsi a terapie alternative lo fanno nell’illusione di guarire e di salvarsi. Non si tratta di persone che hanno scelto di morire ma che hanno ricevuto un’informazione sbagliata sulla quale fondano una scelta sciagurata che le conduce inevitabilmente alla morte. Anche se affermavano di volersi curare. E di voler vivere.
Chi diffonde menzogne, chi distorce i dati, chi manipola l’informazione imbrogliando malati che, nel momento del bisogno, della difficoltà, della disperazione si trovano in condizione di particolare vulnerabilità, compie un gesto criminale non meno di coloro (vengono chiamati sciacalli…) che sfruttano disgrazie come i terremoti per rubare o arricchirsi. Ecco perché combattiamo la disinformazione, in particolare quella medica. Ed è questo il motivo per cui bisogna intervenire fornendo un’informazione valida alle persone che ne hanno bisogno. Per effettuare una scelta libera e consapevole bisogna avere accesso alle informazioni corrette.
Dott. Massimo Albertin, medico ematologo