Il gruppo CICAP Abruzzo/Molise ha organizzato, in collaborazione con l’associazione Scientificast e VastoScienza, un convegno intitolato “La Falsa-Scienza in tutte le sue forme”. Dunque, lo scorso sabato 21 settembre, un socio del Gruppo Veneto del CICAP è andato a Vasto (CH) per poterlo raccontare.
Il successo lo si vede da piccole cose. Per esempio, nonostante il panorama a dir poco spettacolare, i relatori sono riusciti a tenermi in sala – la Pinacoteca dello storico Palazzo D’Avalos – ad ascoltare. Merito loro, senza dubbio, ma anche di chi ha organizzato la giornata, per aver ben scelto ospiti ed argomenti interessanti.
Si comincia, dopo una breve presentazione ed il saluto da parte di Luca Menichelli e del prof. Aristide Saggino, vicepresidente e presidente del CICAP Abruzzo/Molise, con una rassegna di curiose – a volte esilaranti – illusioni percettive. Le presenta il prof. Marco Tommasi, della Facoltà di Psicologia dell’Università di Chieti, spiegando come il nostro cervello percepisce e interpreta il mondo e perché sia così facile ingannarne il meccanismo.
Dopo aver ripetutamente illuso il pubblico, il professor Tommasi lascia il podio a Luciano Di Tizio, erpetologo, membro della Socìetas Herpetologica Italica e presidente del WWF Abruzzo. La relazione “erpetologia e erpetofollia” ci ha raccontato delle innumerevoli leggende e “folli” credenze popolari che riguardano il mondo dei rettili e degli anfibi. Tra i dipinti di Filippo Palizzi, sono risuonate storie, immagini, informazioni, e anche qualche “Oh!” di meraviglia da parte degli studenti del locale Liceo Scientifico presenti tra il pubblico. Difficile riassumere in poche parole, sappiate solo che no, nessuno ha mai allevato vipere per lanciarle nei boschi dagli elicotteri.
Se i serpenti hanno eccitato i ragazzi, dopo la pausa caffè, la relazione di Francesco Ruggirello sulla grafologia li ha forse ancora più coinvolti, almeno nella parte che riguardava la falsificazione di firme. Curioso, nevvero?
Le diverse definizioni di questa disciplina (oppure, le diverse discipline col medesimo nome), ci spiega Ruggirello, hanno una credibilità scientifica assai diversa. Se il metodo di accertamento della paternità e dell’autenticità di uno scritto viene normalmente ritenuto affidabile, l’interpretazione della personalità fondata sulla grafia, si presenta invece come una pseudoscienza senza fondamento.
La mattinata termina con Simone Angioni, ricercatore, fondatore di Scientificast e consulente scientifico del CICAP, che ha divertito il pubblico raccontando di misteriose “nevicate” ufologiche, capigliature angeliche, analisi chimiche e ragni pucciosi che vanno in mongolfiera. Descritta così non sembra, ma è stata una relazione serissima sul mistero dei ‘capelli d’angelo’, che non vengono da astronavi aliene.
Il dopo pranzo comincia in ritardo, complice la locale gastronomia, la terrazza panoramica, le spiagge, la splendida giornata di sole, eccetera, eccetera… tutte cose che fanno sentire bene, ma non per questo possono definirsi terapie. Ce lo spiega bene il prof. Saggino che si occupa delle “fantapsicoterapie”, ovvero tutte quelle presunte psicoterapie che, in realtà, non hanno alcun fondamento scientifico. Abbracciare una bambola, vedere un bel film, ci possono far star bene, appunto, ma non ha senso parlare di bambolaterapia o filmterapia.
In presenza di una vera patologia, insomma, il loro contributo è nullo. Vale la pena, quindi, fare attenzione di fronte a proposte pseudomediche.
Armando De Vincentiis, psicoterapeuta, riprende subito dopo le medesime raccomandazioni, analizzando questa volta alcune teorie di Sigmung Freud che, nonostante godano di ampia popolarità anche fuori dall’ambito medico, rivelano, tuttavia, fragili fondamenta scientifiche. Sono veri e propri miti interpretativi costruiti da Freud per dare un senso alle sue osservazioni, in mancanza di spiegazioni scientifiche più soddisfacenti.
A ben vedere, si tratta di teorizzazioni prive di fondamento ed ipotesi non scientifiche che, se applicate indiscriminatamente, rischiano di creare danni anziché contribuire alla cura.
La relazione finale è quella di Luigi Garlaschelli, socio effettivo del CICAP, che racconta come si fa a riprodurre la Sindone di Torino. Ad illustrarne le parole, l’ostensione in sala di ben tre sindoni tre, che testimoniano come il procedimento sia stato perfezionato nel corso della ricerca. Una relazione finale che resterà impressa.
La breve visita ai magnifici giardini del Palazzo D’Avalos conclude la giornata, un’occasione per scattare le ultime foto di gruppo col mare sullo sfondo, prima del viaggio di ritorno.
Ne valeva la pena.