La Vergine di Guadalupe
L’immagine messicana di Guadalupe è una rappresentazione del XVI secolo della Vergine Maria che, secondo la pia leggenda, si è miracolosamente impressa sul mantello di un convertito azteco. L’amerindio, Juan Diego, dovrebbe essere canonizzato come santo nonostante la nuova prova che conferma le affermazioni degli scettici che l’immagine sia semplicemente un’opera di un artista nativo, che la storia sia apocrifa e “Juan Diego” un personaggio probabilmente inventato.
La storia di Juan Diego è riportata nel Nican Mopohua (“un resoconto”) scritto in lingua azteca nativa e talvolta chiamato “vangelo di Guadalupe.” Secondo questo resoconto, all’inizio del dicembre del 1531 (alcuni anni dopo la sconfitta dell’impero azteco da parte di Cortéz) Juan Diego era un recente convertito che lasciava il suo villaggio per frequentare la Messa in un altro.
Oltrepassati i piedi di una montagna chiamata Tepeyac, incontrò una giovane donna, raggiante in una mistica nebbia dorata, che si presentò come “la sempre vergine Santa Maria, madre del vero Dio” e chiese di erigere un tempio in quel luogo. Più tardi, come segno al vescovo scettico, fece apparire miracolosamente un suo ritratto sul manto di fibra di cactus di Juan.
Chiaramente la leggenda contiene diversi temi dell’Antico e del Nuovo Testamento, come pure affermazioni specifiche del dogma cattolico. In realtà, la storia stessa sembra presa in prestito da una precedente leggenda spagnola in cui la Vergine apparve a un pastore e lo guidò a scoprire una sua statua lungo un fiume chiamato Guadalupe (“canale nascosto”). Inoltre, il santuario a Tepeyac fu eretto innanzi al luogo dove gli Aztechi avevano avuto il tempio dedicato alla loro dea vergine Tonantzin (Smith 1983). Perciò la tradizione cattolica fu innestata su quella indiana, un processo che gli studiosi di folclore chiamano sincretismo.
La stessa immagine evidenzia una ispirazione notevole. Si tratta di un tradizionale ritratto di Maria, pieno di motivi artistici tipici ed infatti deriva chiaramente da precedenti dipinti spagnoli. Alcuni sostenitori dell’autenticità dell’immagine hanno suggerito che gli evidenti elementi artistici siano stati aggiunti e che le “originali” porzioni di faccia, mani, abito e mantello siano, perciò, “inspiegabili” e quindi “miracolosi.” (Callahan 1981).
In realtà la fotografia agli infrarossi mostra che le mani sono state modificate e foto ravvicinate mostrano che sono stati applicati per evidenziare le aree del viso pigmenti in quantità sufficiente da coprire la trama dell’abito. Si notano anche chiare crepature e sfaldamenti lungo la cucitura, e le foto agli infrarossi rivelano che nella piega della veste ci sono i tratti di uno schizzo, suggerendo che un artista avesse abbozzato una figura prima di dipingerla. Il ritrattista Glenn Taylor ha evidenziato che la parte dei capelli della Vergine è fuori centro, che gli occhi, incluse le iridi, presentano contorni, come spesso succede nei dipinti ma non in natura, e tutti questi bordi sembrano essere stati fatti con un pennello; e che molte altre prove suggeriscono che l’immagine fu probabilmente copiata da un artista inesperto da un’opera originale sapientemente realizzata.
Infatti, durante una precedente investigazione dell’abito, nel 1556 si dichiarò che l’immagine fu “dipinta l’anno precedente da un Indiano” e specificatamente “il pittore indiano Marcos”. Ci si riferiva probabilmente all’artista Marcos Cipac de Aquino che fu attivo in Messico all’epoca in cui l’Immagine di Guadalupe apparse. Nel 1985, l’analista forense John F. Fischer ed io [Joe Nickell, ndt] riportammo tutte queste prove ed inoltre “una indagine folcloristica ed iconografica” dell’Immagine di Guadalupe sullo Skeptical Inquirer. Affrontammo inoltre le pseudoscienze che l’immagine aveva attirato. (Per esempio, alcune dichiarazioni di aver scoperto facce, inclusa quella di “Juan Diego” nell’ingrandimento del tessuto degli occhi della Vergine – nulla più che prova dell’abilità della pia immaginazione di percepire immagini in figure casuali [Pareidolia, ndt] come macchie d’inchiostro) (Nickell e Fischer 1985).
Recentemente, le nostre scoperte sono state confermate quando la rivista in lingua spagnola Proceso ha riportato i risultati di uno studio segreto dell’Immagine di Guadalupe. L’indagine fu condotta, segretamente, nel 1982 dell’esperto in restauro José Sol Rosales. Rosales esaminò la veste con uno stereomicroscopio ed osservò che la tela appariva come un misto di lino e canapa o fibra di cactus. Era stata preparata con una base di primer (solfato di calcio) data a pennello e l’immagine resa a tempera (pigmento, acqua e un legante). L’artista usò una “tavolozza di colori molto limitata”, ha detto l’esperto, che consisteva in nero (ottenuto dalla fuliggine di pino), bianco, blu, verde, varie terre, rossi (incluso il carminio) ed oro. Rosales ha concluso che l’immagine non ha avuto un’origine soprannaturale ma fu invece,l’opera di un artista che usò materiali e metodi del XVI secolo (El Vaticano 2002).
Inoltre, nuovi studi (ad esempio Branding 2001) suggeriscono che, mentre l’immagine fu dipinta e si pensò avere poteri miracolosi non molto dopo la conquista spagnola, la pia leggenda dell’apparizione di Maria a Juan Diego potrebbe essere datata al secolo seguente. Alcuni studiosi cattolici, incluso il precedente curatore della basilica Monsignor Guillermo Schulemburg, nutrono persino dubbi sull’esistenza di Juan Diego. Schulemburg ha detto che la canonizzazione di Juan Diego sarebbe il “riconoscimento di un culto” (Nickell 1997).
Ad ogni modo gli scettici per ora non hanno avuto alcun effetto, poiché, nel 2002, papa Giovanni Paolo II ha proclamato santo Juan Diego, tanto chiaramente popolare tra i Cattolici messicani quanto un personaggio, apparentemente, fittizio.
Ringraziamenti
Ho apprezzato l’assistenza di John Moffit e César Tort che mi hanno aiutato su questo tema tanto quanto i membri dello staff CFI come Tim Binga, Kevin Christopher, Ben Radford e Ranjit Sandhu.
Riferimenti
- Brading, D.A. 2001. Mexican Phoenix: Our Lady of Guadalupe Cambridge, England: Cambridge University Press.Callahan, Philip Serna. 1981. The Tilma under Infra-red Radiation. Washington, D.C.: Center for Applied Research in the Apostolate.
- El Vaticano. 2002. Proceso, May 19, 29-30.
- Nickell, Joe. 1997. Image of Guadalupe: myth- perception. Skeptical Inquirer 21:1 (January/ February), 9.
- Nickell, Joe, and John F. Fischer. 1985. The Image of Guadalupe: A folkloristic and iconographic investigation. Skeptical Inquirer 9:3 (spring), 243-255.
- Smith, Jody Brant. 1983. The Image of Guadalupe. Garden City, N.Y.: Doubleday.
Traduzione di
Joe Nickell, “Miracolous’ Image of Guadalupe”, Investigative Files, Volume 12.2, June 2002