Questo articolo ha l’ambizione di raccontare in breve come il Gruppo Veneto del CICAP abbia vissuto i 3 giorni tanto attesi e temuti del convegno.

Bisognerebbe iniziare il racconto a quasi un anno fa, quando alle riunioni il tema “convegno” iniziava ad apparire timidamente nell’ordine del giorno. Man mano che passavano i mesi, soprattutto a seguito della ricca riunione dei soci tenutasi a Torino, nel marzo scorso, il convegno ha occupato prepotentemente gli incontri.
C’è da dire, sottolineandolo molto bene, che Marino e Laura si sono occupati delle parti più pesantemente burocratiche: prenotazioni, contatti con gli alberghi, con le associazioni di promozione, comune, teatro…Marino Franzosi

Ho potuto confrontare l’esperienza di questo convegno con quella dei passati, in particolare a quello Nazionale del 2004 e l‘evento della Fornace Carotta del 2008 a Padova, dove ho goduto semplicemente del prodotto finito: ho compreso e apprezzato quest’anno, partecipando attivamente, il lavoro necessario alla loro realizzazione.

Preparazione convegnoLa maggior parte dei preparativi è stata pianificata durante le riunioni, nonostante la mole di lavoro della vigilia l’atmosfera è rilassata: ci si trova tutti o quasi nel grande salone del teatro Pietro D’Abano a srotolare immensi poster da far scendere lungo le pareti dello stabile, a esporre libri sui tavoli, allestire banchetti secondo ordini logici inesistenti e a salutare amici che arrivano e si integrano nel lavoro di gruppo.

All’ultimo piano, sempre del teatro, si preparano gli interventi, si testa l’audio, i tecnici che si occuperanno dello streeming sistemano le ultime cose. Anche la saletta delle interviste è ormai pronta, così come i badge degli ospiti che popoleranno il convegno.Organizzazione

Prima di quanto noi tutti ci aspettassimo, la mattina del Venerdì arriva e subito le riunioni sul convegno sono uno strano flash back: la gente è reale, vuole informazioni, foto ricordo con Piero Angela che, con naturalezza, si guarda in giro, sfoglia libri e sorride.

Dal punto di vista delle relazioni la prima giornata è subito molto ricca: all’apertura del Convegno fatta, come di rito, da Massimo Polidoro seguono interventi di Steno Ferluga, Presidente del CICAP che ci presenta a sua volta due ospiti fortemente affezionati al comitato: Piero Angela e Silvio Garattini. Si parla del percorso che il CICAP ha fatto negli ultimi anni, delle indagini svolte in nuovi ambiti, della necessità di promuovere l’approccio critico nei confronti di pseudoscienze e paranormale. Così come si evolve la società, cambiano i fenomeni in cui le persone hanno bisogno di credere, così deve evolvere il CICAP.

Una piacevole sorpresa: l’interesse destato dalla presentazione di Matteo Borrini sul ritrovamento di un cadavere in una delle isole della laguna veneziana, risalente al XVII secolo, che recherebbe i segni di pratichedevampirizzanti. L’archeologo forense, oltre a farci partecipi del suo lavoro, racconta come e quali sintomi erano confusi per segni di vampirismo nella decomposizione dei cadaveri.
La storia si unisce alla scienza e passa per la psicologia grazie alla trattazione di Armando de Vincentiis su un uomo che si credeva licantropo e infine arriva alla fantascienza con l’intervento di Giuseppe Lippi.

Il resto del pomeriggio è dedicato a un incontro sentito, più intimo: Piero Angela, attraverso le domande di Massimo Polidoro, racconta di questi 20 anni di CICAP, di come l’associazione è nata, di come si è evoluta e soprattutto delle difficoltà che ha trovato ad aprirsi una strada in un contesto decisamente ostico.Angela e Polidoro

La storia della nascita del CICAP tocca un po’ tutti noi che, anche se non CICAPpini 20 anni fa, nutriamo un senso di ammirazione verso chi sfidò i media proponendo qualcosa controcorrente ma forte di un senso di“servizio” verso la comunità.

Avrebbe dovuto essere presente anche James Randi. Ed effettivamente lo è stato: un suo videomessaggio ci informa che il suo stato di salute non gli consente di viaggiare. Osserviamo le facce della gente durante la proiezione. Qualcuno è commosso. Randi, Angela e Polidoro che ci parlano di 20 anni di CICAP, chi non lo sarebbe?

Un Venerdì ricco insomma, che fa riflettere su quanti temi abbia toccato il CICAP e quanti ancora verranno toccati.

Preparazione convegnoMa le sorprese non sono ancora finite, anzi, la prima delle due serate previste è proprio “sorprendente” perché celebra straordinariamente il connubio tra il CICAP e la Magia il quale è nato da subito, per l’esigenza di indagare alcuni sedicenti sensitivi che potevano fare uso di trucchi di illusionismo per simulare i poteri.

E dato che, come dice qualcuno che se ne intende “siamo scettici sì, ma allegri” (Paolo Attivissimo, N.d.R.) perché non godere di quest’arte anche al Convengo?

Mentre fotografavo cercavo di non rimanere a bocca aperta ogni volta che il sipario si apriva. Vedevo carte apparire dalle dita di Silvan, Raul Cremonacolombe spuntare dalle mani di Walter Rolfo, le letture del pensiero di Francesco Tesei, le evasioni di Andrew Basso, bottiglie moltiplicarsi grazie a Pecar e l’umorismo incisivo di Raul Cremona che presentava lo spettacolo… mentre osservavo tutto questo riflettevo sul fatto che non c’è soltanto un rapporto di collaborazione tra CICAP e Magia: c’è un’affinità di fondo che li accomuna. L’illusionismo diverte e intrattiene senza dichiarare doti paranormali. Nessuno crede che Rolfo sia un sensitivo perché materializza colombe con il pensiero, tuttavia tutti i presenti in sala si sono sorpresi vedendolo trasformare il volatile in una manciata di coriandoli.

Il CICAP è un po’ fatto allo stesso modo: nessuno crede che il tentare di spiegare sia meno divertente o sorprendente del credere ciecamente, anzi!
Lo stupore per la bellezza di certe scie lasciate dagli aerei nel cielo rimane anche dopo che Simone Angioni spiega essere di vapore acqueo.

Morocutti e AttivissimoGrazie alle ironiche e pungenti spiegazioni di Paolo Attivissimo continuerò a guardare il cielo con meraviglia, pensando che su quella splendida Luna ci siamo stati veramente e non si tratta di un fantasioso complotto.

Il sabato, è il caso di dirlo, si apre con una mattinata completamente nostrana resa ironica e divertente dalla metodologia per le indagini sul paranormale di Beatrice Mautino e Stefano Bagnasco. Andrea Ferrero, poi, ci riporta al Medioevo con stregoneria e presunti rituali demoniaci. Francesco Grassi presenta i suoi studi sui cerchi nel grano per mezzo di analogie con genetica, trovando nel parallelismo il modo di omaggiare Darwin in questo anno a lui dedicato. Marco Morocutti stupisce con effetti speciali presentando alcuni esperimenti fatti nel corso dei suoi anni di indagini di psicofonia.

Tocca infine all’attesissima entrata di Luigi Garlaschelli: nei giorni precedenti, il responsabile delle indagini del CICAP, ha annunciato di aver riprodotto in laboratorio l’immagine di un uomo su di un telo di lino, con tecniche verosimilmente disponibili al tempo in cui viene datata la Sindone.
Si può facilmente immaginare quanto la sala fosse gremita di gente: giornalisti, sindonologi, scettici e curiosi.
Più l’argomento veniva approfondito più era chiara la mole di lavoro che doveva essere costata a Garlaschelli tempo, forze e studio.
La ragione? Per convincere il mondo a non credere? Semplicemente per ricercare fenomeni genuini ed evitare di cadere vittime di contraffazioni.

Il pomeriggio procede con JFK e complottismo musicale, poi si apre il secondo tête a tête di questo convegno: Silvan, presentato da Massimo Polidoro, si racconta e19_foto_XI_convegno_CICAP spiega come il suo lavoro sia cambiato negli anni. Come grazie ad allenamento alla razionalità, attenzione alle esigenze del pubblico e determinazione il “giovane Silvan” riuscì a far entrare la Magia per la prima volta nei palinsesti televisivi senza allusioni al paranormale.
Affascinante vedere quest’uomo elegante e posato parlare del suo lavoro con l’entusiasmo di chi ha appena iniziato un avventuroso percorso.

Angela, Attivissimo, Ferluga e GuidoniLa serata del sabato, poi, è magica per ragioni diverse: Umberto Guidoni, Piero Angela, Steno Ferluga e Paolo Attivissimo parlano dello sbarco sulla luna, della difficile missione degli astronauti dell’Apollo 11 e di tutto ciò che riguarda la vita in una piccola navicella spaziale. Attivissimo, con il suo consueto umorismo, fornisce evidenze sul fatto che l’ipotesi di un falso sbarco non sia altro che un castello di carta.
Le chiacchiere tra i relatori proseguono a ruota libera, intervallate da momenti di animazione sonora proposti dal coro Gospel delle Moon Sisters alle quali, come gran finale, si unisce anche Piero Angela al pianoforte.

ReceptionTutto segue il programma: la gente si accosta sorridente ai banchi dei libri, chiede fotografie, sfoglia il programma si ferma a chiacchierare fuoriMagia dalle sale. Noi invece ci incrociamo di corsa: chi compila il vaucher per le chiavette USB o i buoni d’ordine libri, chi alla reception risponde alle domande. La gente sembra contenta, ma quello che più conta: incuriosita.

Il tempo è volato. La domenica mattina tra premiazioni dei concorsi legati al falso paranormale e un fuori concorso, preparato da Luigi Garlaschelli, passa decisamente in fretta: manca solo il Workshop di Magia.

Un altro momento, quello del Workshop, che oltre a risultare molto intimo e informale, ha coinvolto moltissimo i partecipanti, non soltanto per aver soddisfatto alcune delle loro curiosità, quanto per aver fornito spunti di riflessione non indifferenti. La magia non è soltanto bravura, ma coinvolgimento, linguaggio comunicazione e quindi anche osservazione e ascolto degli interlocutori, anche quando questi sono un intero pubblico.

Preparazione convegno

È il momento dei saluti.

Si cerca sempre di rimandarli all’ultimo ma ciò non è sempre possibile perché qualcuno deve partire di fretta altri invece si fermano per dare una mano nel riordino. I libri invenduti tornano negli scatoloni destinati alla sede; prolunghe, cavi, sedie tornano al loro posto. Le luci si spengono e i reduci cenano alla solita pizzeria.

Per le prossime riunioni il tema non sarà come organizzare il convegno, ma come sfruttare gli spunti che da esso sono usciti, perché è quando ci si ritrova, sia in pochi in sede in zona Guizza, sia in tanti nella grande sala di un teatro, che le idee si concretizzano e si realizzano