![]() Megastones ![]() |
![]() Stonehenge: la macchina del tempo dei sommi sacerdoti?Il XX secolo ha visto la più grande quantità di misteri risolti rispetto a qualunque altra epoca storica. Luomo è riuscito a trovare risposte negli ultimi 100 anni per enigmi che, un tempo, sembravano inevitabilmente consegnati allignoto. Lesempio tipico è rappresentato dal lato oscuro della Luna, da sempre visto come vero e proprio simbolo dellinconoscibile. Ormai, non solo è stato completamente cartografato ma ci sono addirittura stati uomini che hanno osservato le sue pianure e i suoi crateri a occhio nudo. Eppure, ancora oggi persistono misteri su cui sappiamo davvero poco. In questi casi, nel corso dei secoli, qualcosa siamo riusciti a scoprirla ma tanto resta ancora da capire e, forse, non riusciremo mai a sapere tutto. E il caso, per esempio, di Stonehenge, uno dei luoghi più misteriosi del globo. ![]() La piana di Stonehenge
Si tratta di una serie di grosse pietre disposte in modo insolito sullerbosa piana di Salisbury, nellInghilterra meridionale. Più precisamente, la costruzione si compone di una serie di blocchi di pietra sarsen grigia, una varietà di dura arenaria tipica della zona, alti 4 metri e sormontati da lastre orizzontali, disposti a creare un cerchio. Allinterno di questo cerchio si trova un secondo anello di pietre più piccole e di diversa composizione: le bluestones. Infine, dentro le bluestones è una struttura di pietre disposte a ferro di cavallo aperta a nord est: sono i triliti (gruppi di tre pietre: due verticali sormontate da una terza a mo di architrave), anche questi di pietra sarsen. Per secoli nessuno ha mai saputo chi avesse costruito questo monumento. Goffredo di Monmouth, un monaco medievale che contribuì in maniera rilevante alla leggenda di re Artù, attribuì la costruzione proprio a Merlino, il mago di Artù. Più tardi, il merito della costruzione fu attribuito ai romani e dopo ancora a un antico culto pagano, quello dei druidi. Solo recentemente, gli archeologi hanno cominciato a capire che quelle enormi pietre cominciarono a essere erette circa 4500 anni fa, molto prima dei romani o del leggendario re Artù. Al di là della sua età, però, restano altre domande a cui rispondere: come è stata costruita Stonehenge, da chi e perché? Sul come si sono concentrati per secoli gli sforzi degli studiosi. Per Goffredo di Monmouth fu naturalmente Merlino ad avere magicamente costruito Stonehenge. Quando però la fiaba lasciò il posto agli studi dei geologi fu possibile determinare che le pietre sarsen erano originarie delle alture a una trentina di chilometri a nord di Salisbury. Lorigine delle bluestones rimase invece a lungo un mistero. Solo nel 1923 il dottor D. H. Thomas dellIstituto geologico le identificò come provenienti dalle Preseli Mountains, nel Galles sud-occidentale. Un bel viaggio che, tuttavia, si dimostrò possibile condurre sfruttando le vie dacqua e arrivando in questo modo fino a circa 3 chilometri da Stonehenge. Più complesso, semmai, era capire come fosse stato possibile trasportare per trenta chilometri via terra le ben più pesanti pietre sarsen che potevano anche raggiungere le 40 tonnellate luna. Per cercare di risolvere il problema, la BBC propose nel 1995 allarcheologo Julian Richards e allingegnere Mark Whitby di ricostruire uno dei triliti di Stonehenge usando dei grossi blocchi di cemento e nessuna tecnologia che non potesse essere presente alletà della pietra . Whitby suggerì di fissare una pietra sopra una grossa slitta che poteva essere trascinata da 135 persone su una guida cosparsa di grasso. Tirare la slitta in discesa non fu un problema, ben più arduo fu farlo in salita. Dopo sforzi immani, il gruppo riuscì però a conquistare anche la salita. Giunti sul posto, posizionare il lastrone si rivelò la parte meno difficile: si scavava una buca, si trascinava il blocco finché una sua estremità sporgeva sullorlo e poi, con un gioco di contrappesi, lo si faceva cadere dentro. Non cè naturalmente la certezza che gli antichi costruttori di Stonehenge si siano serviti di questo metodo, ma almeno si può affermare che era alla portata della loro tecnologia. Quanto allidentità di tali costruttori, tutte le ipotesi fatte nel corso dei secoli (i romani, i sassoni, i danesi, i fenici o i druidi) sono da scartare perché nessuna di queste popolazioni esisteva nella Gran Bretagna del neolitico o nelletà del bronzo. Recentemente, qualcuno ha proposto che, siccome le strutture a ferro di cavallo sono rare in Gran Bretagna ma non lo sono in Bretagna, nella Francia nord-occidentale, forse i costruttori di Stonehenge provenivano da oltremare. Tuttavia, i cerchi di pietra bretoni sono più vecchi di oltre mille anni rispetto a Stonehenge: difficile quindi immaginare uninfluenza continentale. Lipotesi tuttora più accreditata, dunque, resta quella formulata nel lontano 1666 da John Aubrey, il quale suggerì che i costruttori di Stonehenge fossero semplicemente gli abitanti preistorici delle Isole britanniche. Ma cosa spinse gli antichi britannici a costruire un simile monumento, che dovette richiedere tanta fatica e tanto lavoro? Il solito Goffredo di Monmouth, nella sua Historia Regum Britanniae, pensava che Stonehenge fosse stata edificata per commemorare un eccidio di britanni da parte dei sassoni. Altri, come John Aubrey, ritenevano si trattasse di un tempio druidico. Verso la fine del diciannovesimo secolo, invece, si cominciarono ad avanzare ipotesi sui presunti interessi astronomici degli antichi britannici e si scoprì che lasse di Stonehenge corre sulla linea dellalba del solstizio destate/tramonto del solstizio dinverno. Da quel momento in poi fioccarono a ruota libera ipotesi astronomiche più o meno credibili per spiegare la funzione di Stonehenge. Ultimamente, si è tornati a ritenere come più plausibile luso di Stonehenge quale centro cerimoniale, forse un tempio dedicato al culto del sole. Come si vede, dunque, nonostante tutto il lavoro, gli esperimenti e le verifiche fatte su questa affascinante costruzione, quelle che abbiamo a disposizione sono solo ipotesi, più o meno fondate. Tratto da: Enigmi della storia, di Massimo Polidoro, Edizioni Piemme, 2003
Gli studi più recenti (Silvano Fuso) Un gruppo di archeologi, che lavora per la "Wessex Archaeology" e la "Archaeoptics", ha effettuato una serie di studi sul misterioso sito di Stonehenge. Un resoconto del loro lavoro si può trovare in un articolo intitolato "The Stonehenge Laser Show" pubblicato sul numero di novembre 2003 della rivista British Archaeology. Non ci riferiamo, qui, al sorprendente laser show "Megastones" che accoglie i visitatori del Mystery Park, ma di una dettagliata analisi che sfrutta il laser per studiare una parte delle 83 pietre che compongono il famoso monumento preistorico di Wiltshire, in Gran Bretagna. La scansione Laser 3D Il sito dedicato alla scansione dei megaliti di Stonehenge descrive in dettaglio la tecnica utilizzata: "Si utilizza un laser a bassa potenza per misurare la posizione di un punto su un oggetto in 3 dimensioni; nel tempo si registrano varie acquisizioni costruendo per punti una mappa 3D, complessa e molto accurata, della superficie dell'oggetto. Per registrare completamente un oggetto complesso, come i megaliti di Stonehenge, lo scanner viene spostato manualmente attorno all'oggetto per misurare i punti rispetto a varie angolazioni; in maniera analoga a fotografare una pietra da varie angolazioni per ottenere una completa copertura. Nell'ampio spettro della 3D Laser Scanning, ci sono due tipi principali di strumento che lavorano in modo leggermente diverso e danno risultati radicalmente differenti: gli Scanner "a triangolazione" e gli scanner "a tempo di percorrenza". Gli scanner a triangolazione sono chiamati così perché utilizzano il principio della triangolazione, cioè una striscia sottile di luce laser è proiettata contro la superficie dell'oggetto ed è osservata da una macchina fotografica digitale. Poiché le posizioni di macchina fotografica ed emettitore laser sono fissi e conosciuti, si ricava facilmente la posizione 3D dei punti lungo la banda. Gli scanner a triangolazione permettono una risoluzione molto alta con buona accuratezza; sono lo strumento ideale per registrare con precisione i dettagli su sculture in pietra. Inoltre la grande precisione permette di misurare le alterazioni sulla superficie causati dall'usura o anche da atti vandalici, per contro il problema è che questa tecnica produce un numero di dati estremamente elevato. Gli scanner a tempo di percorrenza funzionano in base ad un insieme differente di principi rispetto ai sistemi a triangolazione. Un dispositivo a tempo di percorrenza lancia semplicemente un impulso laser all'oggetto e misura il tempo impiegato dall'impulso per tornare indietro. Poichè la velocità della luce è costante, la distanza fra lo scanner e la superficie dell'oggetto può essere calcolata abbastanza facilmente; i motori dello scanner spostano l'emettitore laser avanti e indietro lungo l'oggetto lanciando impulsi laser ad intervalli regolari. I punti 3D sono calcolati come combinazione degli angoli orizzontali e verticali dei motori più la distanza misurata. La risoluzione e l'accuratezza degli scanner a tempo di percorrenza sono limitati, tipici valori sono +/- 6mm di precisione, in questo modo la complessa superficie di una pietra scolpita appare come una massa informe." I risultati Con la tecnica descritta, gli studiosi hanno evidenziato la presenza di segni lasciati intenzionalmente dall'uomo con asce di bronzo. Questi segni farebbero pensare a un uso del monumento a fini sepolcrali. Secondo i ricercatori il ritrovamento dei segni è un indizio forte a favore dellipotesi che il sito possa essere stato trasformato nel corso dei millenni in un area sepolcrale. I segni trovati sono infatti del tutto simili a quelli individuati in altre zone del paese su altri siti destinati alla sepoltura e risalenti all'età del bronzo. I segni apposti sulle pietre sarebbero stati realizzati più recentemente rispetto alla costruzione dell'edificio. L'età del bronzo nella regione risale infatti ad almeno il 1800 a.C., mentre la costruzione del complesso megalitico risale ad un periodo ben precedente. La scoperta del possibile uso per sepolture non è quindi incompatibile con lipotesi secondo la quale il complesso megalitico sarebbe stato concepito originalmente come un enorme calendario orientato sul Sole. Mike Pitts, esperto di Stonehenge e direttore della rivista British Archaeology, ha dichiarato: "È straordinario che queste incisioni, la più significativa galleria d'arte dell'antica Gran Bretagna, siano state finora così poco studiate". Approfondimenti
Traduzioni di Emanuele Cagliero, Claudio Casonato e Roberto Grassi |