Il masso girevole di Alpignano

Il masso girevole di Alpignano

825 parole,3,2 minuti di lettura,

Un ‘miracolo’ cancellato dal progresso

Leggenda vuole che:

[…] ad Alpignano, in provincia di Torino, presso il ponte sul fiume Dora c’é un masso che ogni anno, puntualmente, nel giorno dell’Epifania, gira su se stesso per tre volte. La gente del posto non sa spiegarsi tale fenomeno, che si ripete da secoli.

Riportata, spesso con queste stesse parole questa leggenda si trova in diversi siti in rete; qualche sito riporta una versione più articolata della storia1:

Era l’anno della venuta di Gesù, il tempo era prossimo e i Re Magi si erano già messi in viaggio con i doni, ma per colpa del tempo da tanti giorni nuvoloso e brutto, avevano sbagliato strada e, cammina cammina, erano arrivati sotto il masso erratico che si trovava sulla riva della Dora di Alpignano. Pensando di poter vedere qualche luce e ritrovare così la strada, si arrampicarono sopra e incominciarono a guardare a destra e a sinistra ma, destino, sempre dalla parte sbagliata. Sotto, non viste, fra le pietre della Dora, tre fate buone, visto che da soli non avrebbero più ritrovato la strada, decisero di aiutarli e lo fecero con un sortilegio: agendo insieme, presero il masso e gli fecero fare un bel giro su sè stesso in maniera che i Re Magi si trovassero girati dalla parte da cui erano arrivati. Capirono così d’aver marciato per tanti giorni dalla parte sbagliata, scesero e mettendosi le gambe in spalla rifecero la strada fatta fino a che non trovarono la stella cometa che li guidò a Betlemme da Gesù Bambino, giusto per la notte dell’Epifania. In ricordo e per ringraziare le fate, tutti gli anni i Re Magi, rifacendo il viaggio per Betlemme, sono ripassati dal masso di Alpignano e le brave fate, contente, burlone e giocherellone, han sempre fatto fare un bel giro al masso con loro sopra.

A differenza di molte leggende sui luoghi misteriose che sono attestate solo in tempo molto recenti, spesso posteriori al 1970, la leggenda del “masso girevole di Alpignano” è già riportata in testi della seconda metà dell’Ottocento: Giuseppe Regaldi così descriveva il paese di Alpignano2:

Case modeste vidi lungo le due sponde del fiume, e per erbosi clivi in gran copia acque spumanti che mormorano e biancheggiano fra le ruote di un molino ed entro grotticelle coperte di musco e di edera, e una fucina di ferro che mi assordava coi ripetuti colpi del maglio, e un antico ponte a tre archi, rifatto nel 1740, onde si varca la Dora, e presso al ponte un grosso masso di roccia, il quale, al dir del volgo, nella notte dell’Epifania fa tre giri intorno a sè ben sensibili a chi ardisse in quella notte stare sopra quel masso dove apparvero i tre Re Magi. Queste sono le vedute e queste le leggende che trovai in Alpignano appiè del verde poggio, in cui fra gli olmi, i frassini e i platani, e fra ogni sorta di fiori si aderge il maestoso castello, sotto cui anco uomini savi credettero sepolto un ricchissimo tesoro.

Agli stessi anni risale un testo che riporta un disegno del masso3.

Il masso di cui parla la leggenda è uno dei grandi massi erratici trasportati dal ghiacciaio che occupava la Valle di Susa e depositatisi nell’anfiteatro morenico di Rivoli-Avigliana. I massi erratici sono elementi di sicuro fascino nel territorio subalpino: recentemente la loro presenza è stata valorizzata in Piemonte anche grazie ad una Legge Regionale dedicata 4 ed è facile reperire, anche in rete, dettagli sulle litologie più rappresentate e itinerari per visitare i massi5.

Ma il masso erratico della leggenda di Alpignano, non esiste più: un sopralluogo mostra l’assenza del masso, notizie su quando e perchè il masso sia “sparito” si possono reperire in diverse fonti fra cui il volume “Alpignano com’era”6, che riporta anche disegni e fotografie del masso: l’esigenza di far brillare il masso si presentò nel 1919, in occasione dei lavori di costruzione di una nuova centrale elettrica a valle del Ponte Vecchio, di fronte all’Opificio Cruto (oggi ecomuseo).

Il Ponte Vecchio di Alpignano, a febbraio 2012.

Il Ponte Vecchio di Alpignano, febbraio 2012 (foto G.C. Reviglio)

(Nella foto principale il masso erratico “el roc ed Doira”, ponte e castello ai primi del ‘900. Foto del dott. Vittorio Rolando, Tav. XVI del volume Alpignano com’era di Gian Piero Cupia, Società Tipografica Italiana di Pubblicità, Torino, 1970)

Riferimenti

  1. I siti riportano come fonte “Alpignano. periodico di informazione del Comune di Alpignano”, dicembre 2000, pag.27. Il testo è inserito nella collana Fervaje. Briciole di storia locale: una rubrica per meglio conoscere il proprio paese, soddisfare piccole curiosità, riscoprire personaggi, luoghi o antiche memorie”. La collana a cura della Biblioteca “Caduti per la Libertà” di Alpignano.
  2. “La Dora. Memorie di Giuseppe Regaldi” 1867, Tipografie Vaccarino. Torino. 286 pp.
  3. Il disegno in scala 1:135, si trova nel libro “Appunti sulla geologia del Piemonte: quattro fogli di testo e sei tavole“, di Bartolomeo Gastaldi, p.37.
  4. L.R. n. 23 del 21 ottobre 2010. Valorizzazione e conservazione dei massi erratici.
  5. Una bibliografia sui diversi aspetti è reperibile qui.
  6. Cupia, G. (1970). Alpignano com’era Torino Società tip. italiana di pubblicità. pp.66