L’agricoltura del XXI secolo: il resoconto e i video dell’evento
Il 23 novembre 2019 si è svolto il Convegno L’agricoltura del XXI secolo: produrre cibo in modo sostenibile per un’umanità in continua crescita, organizzato dal CICAP Lombardia in collaborazione con UniStem.
È stata una giornata dedicata all’agricoltura in tutte le sue forme, una tema di cui spesso sottovalutiamo l’importanza, specialmente al giorno d’oggi, epoca in cui noi consumatori siamo ignari del processo produttivo che ci consegna frutta e verdura nei banchi dei supermercati. Per questo abbiamo voluto approfondirlo, in maniera completa e con uno sguardo verso il futuro, prestando attenzione a sfide e opportunità.
Vi presentiamo le riprese video di questa giornata, gentilmente offerte da Fondazione SAME, assieme ad un resoconto scritto dalla nostra volontaria Gloria Albonetti.
Sommario
- Resoconto esteso di Gloria Albonetti
- Apertura dei lavori (video)
- Parte 1. Il cibo prodotto nel mondo ieri e oggi (video)
- Parte 2. Cambiamenti climatici e produzione agricola (video)
- Parte 3. Gli OGM (video)
- Parte 4. Il caso glifosate (video)
- Parte 5. L’agricoltura biologica (video)
- Parte 6. L’agricoltura biodinamica (video)
- Parte 7. L’agricoltura integrata (video)
L’agricoltura del XXI secolo: l’attualità di un tema antico, tra innovazione e sostenibilità
di Gloria Albonetti
È trascorsa circa una settimana dal Convegno “L’agricoltura del XXI secolo”, organizzato dal CICAP Lombardia e UniStem, che si è rivelato un grande successo, per l’attualità dei temi trattati e per l’interesse senza tempo che l’uomo ha verso la terra, sua inesauribile fonte di vita (e di preoccupazioni).
La giornata è stata aperta dal Presidente del CICAP Sergio Della Sala, che con la consueta ironia ha introdotto alcuni degli argomenti centrali e più scottanti di cui si è discusso successivamente. Al suo intervento si è collegata una breve presentazione del chairperson della mattinata, Donatello Sandroni, che ha sottolineato le tensioni sociali causate dalle preoccupazioni degli agricoltori che si sentono messi in un angolo.
Il primo contributo, dal titolo Il cibo prodotto nel mondo ieri e oggi, è di Dario Frisio, che ha parlato dell’importanza dell’innovazione in campo agricolo, soprattutto in vista di una popolazione mondiale in continuo aumento. Lo studioso ha toccato temi drammatici, quali la riduzione delle perdite durante le coltivazioni – spesso ritenute secondarie rispetto alla resa – la modifica nel trend delle calorie a favore di proteine di origine animali e alle relative conseguenze sulla zootecnia e la sottonutrizione di paesi come Asia, Africa e America Latina. In generale, si nota una mancanza di un adeguato accesso al cibo, che purtroppo va di pari passo con un immenso spreco alimentare nei paesi “ricchi”, soprattutto nell’ambito della ristorazione collettiva.
Un altro problema fondamentale, a cui Frisio fa riferimento e che verrà richiamato spesso anche da altri oratori del convegno, è la peculiarità dell’agricoltura rispetto ad altri settori: ha a che fare con esseri viventi e non con “macchine”. Per questo è necessario tenere conto di molti fattori ed è difficile trovare una “ricetta universale” che risolva tutti i problemi. Non vi è dubbio però che la tecnologia può venirci in aiuto. La ricerca si rivela fondamentale per raggiungere l’obiettivo a cui tutti noi aspiriamo: la sostenibilità. Questo termine, spesso usato a sproposito, viene efficacemente definito dallo studioso come la concorrenza tra finalità economiche, produttive, ambientali e il benessere.
Il secondo incontro della giornata vede la presenza di Stefano Poni, con un argomento attualissimo: Cambiamenti climatici e produzione agricola. Spiegando con chiarezza e semplicità i dati sul “global warming”, ha esposto le domande che molti si pongono sull’argomento: di cosa o di chi è la colpa? Quali sono gli effetti del riscaldamento? E soprattutto: come possiamo affrontarlo? Da esperto in frutti-viticoltura ha parlato di alcuni problemi del settore, come il non soddisfacimento del bisogno in freddo, l’aumento del grado alcolico del vino e l’iper-compressione del tempo della vendemmia. Proprio con l’esempio delle viti, ha mostrato alcune soluzioni adottate dagli agricoltori alla luce del cambiamento climatico: soluzioni che appaiono sorprendenti rispetto alla “tradizione”, ma che è necessario prendere in considerazione nel nostro mondo in cambiamento.
Il terzo intervento, differente rispetto ai precedenti ma altrettanto spinoso e più che mai in linea con gli interessi del CICAP, è quello di Barbara Saracino. La sociologa ha esposto i dati di Observa sull’alfabetismo scientifico, da cui emerge una sorprendente fiducia nei confronti della scienza, ma anche una grande preoccupazione nei confronti della sicurezza del cibo. Si teme, infatti, la mancanza di controlli sanitari e una seria minaccia per la propria salute, a causa di una diffusa mancanza di fiducia nelle istituzioni. Con questa introduzione più generale sul cibo, la studiosa giunge al tema principale e titolo del suo incontro: Gli OGM. Le motivazioni principali a loro sostegno sono la necessità di far progredire la scienza e la possibilità che essi aiutino a sfamare il terzo mondo. Sono tanti, però, i contrari, che vedono gli OGM come una minaccia etica prima di tutto. L’OGM è una delle controversie più comuni che emergono, nonostante la grande fiducia sopra accennata verso scienza e scienziati, ma la studiosa rassicura: c’è spazio per la mediazione.
Mediazione e opinioni contrastanti sono al centro dell’ultimo intervento della mattinata, un incontro “doppio”. A discutere sono Paolo Vineis e Angelo Moretto che, da punti di vista differenti, hanno analizzato Il caso glifosate. Un caso che scalda gli animi, soprattutto alla luce delle valutazioni dello IARC. Vineis, da epidemiologo, si dimostra favorevole alla classificazione dello IARC, spiegando nei dettagli cosa dice sul glifosato e su cosa si basa. Ammette la limitatezza delle prove a causa delle difficoltà del riconoscimento dell’esposizione, ma espone i rischi ambientali e sulla salute a cui questa sostanza sembra portare: tumori renali, emangiosarcomi, tumori pancreatici e linfomi non-Hodgkin. Malattie che spaventano e il cui nome stesso genera ansia.
Quest’ultimo punto è centrale nella risposta di Moretto, tossicologo, che crede che la valutazione dello IARC sulle sostanze sia inutile, se non addirittura dannosa, proprio per il panico che può generare. Tutto ruota attorno alla distinzione fra rischio e pericolo e a ciò che è qualitativo e quantitativo: ad esempio, perché il glifosato è stato così contrastato mentre per quanto riguarda la carne lavorata – considerata addirittura sicuramente cancerogena – e la carne rossa – ritenuta, invece, probabilmente cancerogena come il glifosate – non si è fatto altrettanto?
Tra considerazioni sull’insufficiente comunicazione tra IARC e OMS, sulle possibili interferenze dell’industria e sui risultati che gli studi sul tema hanno dato sui topi, si è giunti alla conclusione della prima sessione. Una mattinata all’insegna dell’attualità e del dibattito, che ha visto un pubblico coinvolto e pensieroso.
La seconda parte della giornata – presieduta stavolta da Frisio – ci ha permesso di capire meglio tre tipi di agricoltura: biologica, biodinamica e integrata.
Il primo intervento, di Sergio Saia, ha sfatato alcuni miti sull’agricoltura biologica: la credenza che essa sia più sostenibile, l’idea che sia più aderente alla tradizione e che sia più controllata e salubre rispetto a quella non biologica. Insomma, coltivare in questo modo non solo non può sfamare il mondo, ma non risulta nemmeno più salutare né tanto meno in grado di fornire prodotti di maggiore qualità: nei paesi poveri il fabbisogno di nutrienti non è comunque soddisfatto, le definizioni e le regolamentazioni non sono univoche e di conseguenza i controlli non sono migliori. Saia conclude il discorso mostrando i vantaggi e limiti dell’agricoltura biologica: l’ampia presenza di questi ultimi dimostra quanto essa non sia la via “migliore” da seguire al giorno d’oggi.
Lo è ancora meno il secondo tipo di agricoltura, trattato da Donatello Sandroni: l’agricoltura biodinamica. Questo modo di coltivare è stato messo a punto dall’eclettico Rudolf Steiner, fondatore dell’antroposofia, che, senza aver mai studiato agricoltura, si mise all’improvviso ad insegnarla. Il suo ideale è un’azienda agricola a ciclo chiuso che sussiste completamente da sola ai propri bisogni. All’epoca di Steiner, in Italia, le cose stavano proprio così e l’agricoltura era, pur non volendolo, di sussistenza. Oggi, con l’aumento demografico e lo spostamento dalle campagne alle città, non sarebbe assolutamente fattibile. Lo scollamento da tali realtà prodotto da tutti questi cambiamenti, insomma, ha generato ansie, e di conseguenza credenze pseudoscientifiche.
Qual è, però, il peso effettivo del biodinamico oggi? Nonostante le aziende agricole biodinamiche siano pochissime, hanno colonizzato i media, producendo molto denaro e chiedendo ingenti contributi pubblici. Questo tipo di agricoltura, in conclusione, non è solo scientificamente poco convincente, ma anche eticamente opinabile.
Invece, Luigi Mariani con l’agricoltura integrata fornisce una soluzione più convincente ai problemi che il nostro mondo ci pone. Cosa significa agricoltura integrata? Indica ciò che integra l’innovazione per migliorare produttività e qualità in maniera sostenibile. Spesso, soprattutto per quanto riguarda l’agricoltura, si guarda al passato con insensata nostalgia, pensando che il modo di coltivare dei nostri avi fosse migliore rispetto al nostro. È evidente quanto questa idea sia sbagliata: una volta si moriva di fame, oggi non più, grazie alla modernizzazione della produzione agricola, passata attraverso la sperimentazione e la famosa “rivoluzione verde”. Solo attraverso la ricerca, e non attraverso un errato ritorno al passato, è possibile migliorare la produzione agricola in modo che sia in grado di sfamare l’umanità in maniera sostenibile. Mariani conclude il suo discorso con un messaggio importante: è necessario puntare sull’intensificazione e non sull’estensificazione. Non bisogna disboscare, ad esempio, ma sfruttare al meglio la preziosa terra “limitata” che abbiamo. Una considerazione interessante, che fa molto riflettere e che dimostra quanto un tema spesso messo in secondo piano come l’agricoltura sia, in realtà, centrale in quanto coinvolge ognuno di noi da consumatori e da cittadini.
Dagli esperti, si passa alle istituzioni con la tavola rotonda finale moderata dal biotecnologo Roberto Defez, che vede la presenza del Presidente Isagro S.p.A. Giorgio Basile, del Presidente di Confagricoltura Lombardia Antonio Boselli e dell’Assessore al Territorio della Regione Lombardia Pietro Foroni. Defez introduce gli ospiti parlando della Sentenza Europa, che ha rimandato ad aprile 2021 la decisione sul Genome Editing. Dagli interventi dei tre ospiti vengono a galla le difficoltà di chi lavora nel settore oggi, alla luce di decisioni di difficile applicazione che comportano, spesso, costi proibitivi. Tra paure e una visione spesso solo “bucolica” dell’agricoltura, dal dibattito emerge la necessità di considerare questo settore anche dal punto di vista economico. Boselli parla di “sviluppo sostenibile”, cioè che tenga conto sia delle esigenze etiche, ecologiche e demografiche, che di quelle più concrete del mercato.
Questo convegno è stato un modo stimolante per riflettere su argomentazioni spesso ignorate dai più. Sono sempre meno le persone che lavorano nel settore agricolo o che vi si interessano: viviamo nelle città e studiamo altro. Siamo sempre più lontani da quel mondo e questa distanza ci porta spesso a credere ed affermare cose non del tutto corrette. La realtà che oggi si apre davanti ai nostri occhi ci porta però a doverci fare di nuovo i conti. Per questo è necessario conoscerlo e formarci una nostra opinione: da consumatori, cittadini, ma prima di tutto come esseri umani.
Ringraziamo, quindi, tutti i relatori e gli ospiti del convegno, che hanno trattato con precisione ma con sensibilità divulgativa molti temi spesso trascurati, facendo chiarezza su false credenze e pseudoscienze e portando a riflettervi anche chi non è del settore. Ma soprattutto grazie a tutti voi che eravate fra il pubblico o che ci avete seguito da lontano!
Apertura dei lavori
Sergio Della Sala, presidente del CICAP, inaugura il convegno.
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Parte 1. Il cibo prodotto nel mondo ieri e oggi
L’innovazione al servizio degli agricoltori.
Relatore: Dario Frisio, economista agrario
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Parte 2. Cambiamenti climatici e produzione agricola
Come affrontare un problema planetario.
Relatore: Stefano Poni
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Parte 3. Gli OGM
Cibo, scienza e società. Relatrice: Barbara Saracino, sociologa
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Parte 4. Il caso glifosate
Due scienziati a confronto su un tema controverso.
Relatori: Angelo Moretto e Paolo Vineis
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Parte 5. L’agricoltura biologica
L’idea di cibo naturale fra realtà e percezione. Relatore: Sergio Saia
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Parte 6. L’agricoltura biodinamica
Quando l’agronomia incontra l’esoterismo.
Relatore: Donatello Sandroni
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Parte 7. L’agricoltura integrata
Dall’unione tra sostenibilità e innovazione la formula del cibo del futuro.
Relatore: Luigi Mariani
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