Il CICAP è una terapia aggressiva contro la pigrizia intellettuale.
Hobby e interessi?
Dal 1989 sono un cultore di storia e filosofia della scienza, psicologia, comunicazione e dintorni: un’esperienza iniziata come hobby, e poi diventata cruciale per la mia formazione.
Come sei entrato nel CICAP?
L’ho scoperto prima tramite la TV e poi grazie ad alcune conferenze nella mia regione, negli anni Novanta. Nel 1997 ho seguito il mio primo convegno nazionale, e mi sono iscritto.
Perché sei diventato un socio attivo?
Frequentando alcuni ambienti di cultura umanistica, mi sono reso conto della necessità di introdurre un po’ di pensiero razionale e di mentalità scientifica.
Come descriveresti il gruppo FVG?
Un gruppo orientato, fin dall’inizio, a certe tematiche poi diventate “mainstream” anche nel CICAP nazionale: bufale, complotti, pseudoscienze… Abbiamo anticipato la svolta del CICAP, avvenuta formalmente nel 2013.
Qual è secondo te il bello di partecipare al tuo gruppo?
Che è anche un “salotto culturale”.
Un progetto in corso?
La disinformazione in campo alimentare: negli ultimi tempi ho trovato collaboratori competenti sul tema, vorremmo proporre qualche conferenza accattivante.
Cosa ti piace dello stare nel CICAP?
È una stimolante opportunità di mettere a frutto la mia formazione culturale, per una buona causa, e una terapia aggressiva contro la pigrizia intellettuale.
Cosa hai imparato dalla tua esperienza di coordinatore?
Che nel mondo del volontariato non è difficilissimo trovare persone che offrono la loro collaborazione. Quello che è difficile è trovare persone orientate a obiettivi semplici e molto concreti.